Iniziai a spedire lettere alle seguitissime “Segnalazioni” del quotidiano di Trieste ancora adolescente. Alcune riguardavano il castello di Miramar. Ero soprattutto indignato per la collocazione nel parco di un busto del duca d’Aosta che nulla aveva a che fare con la nostra tradizione. Era anzi colpevole di aver occupato abusivamente la residenza del defunto Max apponendovi ingannevoli stemmi fascisti e savoiardi ed addirittura di aver irragionevolmente tentato di provocare un incendio fasullo per avere più agevolmente la possibilità di trasformare la Sala del Trono in una sala da ballo(!!). Poi ho proseguito per oltre nove lustri. Ogni qualvolta mi capita, o leggo o sento qualcosa che mi fa saltare la mosca al naso non riesco a trattenermi, è più forte di me. Mi manca costantemente il tempo, ma pospongo immediatamente tutto, prendo la mia matita rigorosamente di legno in mano e vergo il mio malcontento. Alle volte cose provinciali, semafori mal impostati, strade dissestate, maltrattamenti in farmacia, mal funzionamento delle Poste (piuttosto frequente!), pessimi smaltimenti rifiuti, vicissitudini sportive ed amenità del genere. Altre volte forse non mi rivolgo a tutti se qualcuno che conosco talvolta mi ha detto di non avermi capito, ma evidentemente quella volta non ho scritto per lui. Diciamo che mi piacerebbe rivolgermi (se ciò mi riesce non sarò io a giudicare) alle persone più autentiche, sia che appartengano all’élite intellettuale sia che appartengano anche ad una categoria che potrebbe esser definita (con il massimo rispetto) più “ignorante” in possesso però della volontà di modificare i rapporti umani e culturali. Omettendo le numerose segnalazioni che ho definito più provinciali inserirò in questa pagina solo quelle più significative partendo da quelle scritte logicamente sempre a matita, ma poi riportate su computer. Mancheranno parecchie pur interessanti del periodo precedente, ma ho preferito copia/incollare quelle dell’epoca che definirei tecnologica, cioè presenti nel mio computer. Mi fa piacere però aggiungerne una dell’ormai lontano 1991 che diede il via ad una piccola polemica personale. Personale perché il nostro quotidiano fu coinvolto in uno sciopero credo superiore alle due settimane e non ci fu spazio per repliche e controrepliche per cui ovviammo con un incrocio epistolare. Ci chiarimmo in ogni caso, e si vedrà qui sotto, con il pregevolissimo Pierluigi Sabatti che ebbi modo di conoscere in seguito e che ha anche avuto parole di elogio per il mio libro “Una corsa incontro al passato”.
Risulti chiaro che io sono fedele alla dichiarazione di Samuel Johnson espressa la sera del 7 aprile 1775. Quale essa sia, se non dovessero conoscerla, lascio ai mei cortesi lettori o consultatori che dir si voglia la dolce fatica di una ricerca. Dolce, non potrebbe essere diverso definire la felicità dell’aumento delle proprie conoscenze. Avendo la fortuna di essere nato nel Territorio Libero di Trieste posso orgogliosamente, super partes, contro qualsivoglia nazionalismo, definirmi Libero Cittadino del mondo. In un rapporto microcosmo/macrocosmo, forse un ossimoro, amo svisceratamente Trieste e contemporaneamente il mondo intero. I triestini, la triestinità e Trieste, il nessun luogo definito da Jan Morris, che mi permette, appunto, di non accettare nessuna imposizione d’identificazione nazionalista. Pertanto se ci sono patrioti convinti, a cui va logicamente la mia stima perchè li so in buona fede, forse è meglio non leggano le segnalazioni sottostanti. Non li vorrei deludere, se vorranno leggerle ugualmente, sperando altresì che una diversità di opinioni non infici il reciproco rispetto. In fondo sono in buona fede anch’io ed a quello che affermo ci credo. Risolutamente!
Do, al limite, anche un cenno di cosa tratta ognuna:
Le prossime due andrebbero lette insieme perchè un lettore un po’ sprovveduto non ha capito che si usava del sarcasmo ed aveva contestato un po’ piccato. Voleva invece essere una frecciata verso certi eccessi di nazionalismo: